Storia, miti e leggende

L'occhio del drago

Che cos'è un drago? Un animale che guarda e osserva, chiamato così già dagli antichi greci: "drakon", per i suoi terribili occhi. Spesso, in diverse culture, gli specchi d’acqua sono stati considerati "cose che vedono”, cioè occhi, gli occhi del drago. Non fa eccezione il lago di Piediluco, legato sin dall'antichità a miti e leggende tra le più varie che lo hanno visto popolato di ninfee, divinità, palazzi sotterranei e creature misteriose. Tra le credenze popolari è stato anche considerato, come molti laghi in diverse culture, mezzo di collegamento tra mondi diversi, quello dei vivi e quello dei morti, una porta del tempo magica, pericolosa e inevitabilmente affascinante.

Tra queste leggende, una in particolare risplende per sublime e spaventosa grandezza: la leggenda del drago.
Il drago, una creatura dai tratti serpentini con testa di cane o lupo, zampe di aquila e ali di pipistrello, una lingua biforcuta tra appuntiti denti che sputa fuoco, fa parte di un immaginario collettivo molto ampio che tocca tante culture anche molto distanti tra loro per storia e geografia. È considerato, in base alle tradizioni, portatore malefico di morte e distruzione o simbolo di fortuna, bontà e valori nobili.
I laghi sono considerati gli occhi del drago che guarda tutto dal ventre della terra in cui riposa perché gli specchi di acqua, nella loro fissità e trasparenza, ricordano molto l’occhio tipico dei rettili.

Il fiume Velino, per tornare alla terra dei piedilucani, altro non è che il corpo del drago e i laghi di Piediluco, Ripasottile, di Ventina, di Folignano e il lago Lungo, che in tempi antichi appartenevano tutti ad un unico grande bacino (il lago Velinia), altro non sono che gli occhi del drago antico.
Dopotutto, questo territorio e le sponde del lago di Piediluco erano paludosi e rappresentavano un eccellente habitat per i draghi che, secondo i miti più antichi, animavano luoghi malsani e selvaggi ammorbando, con il loro pestifero fiato, intere vallate. Una metafora fiabesca della lotta plurisecolare dell’uomo con le paludi della piana dove si trova il lago di Piediluco che oggi e da diverso tempo ha visto trionfare il lavoro umano nel rispetto dei luoghi naturali dal sapore rupestre. 

È bene ricordarlo che siamo a pochi passi da Terni: il simbolo di questa città è proprio un drago, il Thyrus per la precisione, a sua volta legato alla leggenda di un giovane che uccide il mostro.

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