Storia, miti e leggende

Sperimentare Piediluco: la visita di Galileo Galilei

"[…] andando con il Sig. Galileo a Piediluco, per il lago con una barca da 6 remi che andava assai veloce, e sedendo lui da una parte et io dall'altra mi dimandò se haveva qualche cosa grave, li dissi haver la chiave della mia camera, la prese; e mentre la barca andava velocemente, trasse in alto la chiave in modo che io la credevo perduta nell'acqua: ma quella, se bene la barca era trascorsa per otto o 10 braccia avanti, con tutto ciò cadde la chiave fra lui e me, perché, pietre l'andare in alto, haveva del moto della barca acquistato l'altro d’andare col movimento di essa e seguitarla come fece".

È il 1624 e queste parole sono di un accademico, Francesco Stelluti, amico e aiutante dello scienziato italiano più famoso al mondo, Galilelo Galilei, colui che cambiò la percezione dell'universo e la conoscenza di un luogo misterioso come lo spazio infinito.

Visita di prestigio ed elevato valore scientifico, questo vanta Piediluco, ricordando come lo scienziato fiorentino avesse solcato queste acque per provare di sua mano la scoperta che un altro grande rivoluzionario della conoscenza, Albert Einstein, farà circa 300 anni dopo con la pubblicazione del suo studio sulla relatività generale. Galilei era entrato nell'Accademia dei Lincei e stava svolgendo esperimenti nell'ambito della sua carriera accademica che lo condussero proprio sul lago di Piediluco. Tanto significò anche la sua amicizia con Federico Cesi, il fondatore dell'Accademia nonché signore del borgo al quale diede il toponimo, Cesi per l'appunto, situata a circa 25 chilometri dal lago.

Oggi, per ricordare questa visita importante, sul lungolago Armeni di Piediluco si può leggere una targa intitolata a Galileo Galilei che rende onore ai suoi esperimenti e dona valore a queste acque, ricordando che sono testimoni non solo del passaggio di uomini di fede ma anche di grandi uomini di scienza.

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