Lago e dintorni

La Cascata delle Marmore di Terni

A soli 5 km dal lago di Piediluco, di origine artificiale e non naturale, affascina sia la vista che l'udito

A circa 5 km dal lago di Piediluco è possibile visitare la Cascata delle Marmore (Terni), una delle più suggestive aree della bassa Umbria dove il fiume Velino si getta nel Nera dando vita al salto artificiale più alto d'Europa.
È possibile raggiungere la Cascata via terra percorrendo la SS79 oppure con un tour in battello che attraversa il Lago fino a raggiungere il belvedere di Marmore. Un tragitto decisamente affascinante, alla scoperta ravvicinata del paesaggio lacustre.

La Cascata delle Marmore di Terni offre al viandante un paesaggio mozzafiato caratterizzato da un ambiente naturale antropizzato ma allo stesso tempo selvaggio, soprattutto se si percorrono i sentieri disseminati intorno ai tre salti che si gettano con vigore e rumore nel fiume Nera sottostante, in un flusso di acqua controllato e intensamente sfruttato dalla centrale idroelettrica di Galleto costruita poco distante. La Cascata è compresa nel Parco fluviale del Nera, una zona protetta di 2200 ettari che comprende la parte della Bassa Valnerina che dalle Marmore, procedendo verso Nord, si estende fino al comune di Ferentillo. L'effetto scenico visivo che si ha di fronte allo scorrere irruento dell'acqua è molto forte soprattutto se si considera la ricca vegetazione tipicamente fluviale incorporata nella macchia mediterranea che incornicia l'intero getto d'acqua.

Le Marmore sono il teatro principale dell'opera umana sui due fiumi più importanti dell'area: nonostante le leggende, dal sapore decisamente più accattivante, fu il console romano Curio Dentato a congiungere il Velino con il Nera nel 290 a.C., dando vita alle cascate. Il paesaggio originale era costituito da un grande lago che occupava la piana di Rieti e di Piediluco dove lo scorrere delle acque era impedito da pietre di travertino naturali che sbarravano il corso del Velino. Il console romano fece scavare un canale per far defluire le acque che, una volta libere, traboccarono nel Nera creando lo spettacolo acquatico.

La leggenda di Nerina e Velino

Le cascate di Terni divennero un luogo di attrazione e soprattutto stimolarono la nascita di miti e leggende. Nella prima metà del Seicento, l'erudito ternano Francesco Angeloni in una novella della suo "Decamerone" racconta che Nerina, ninfa dei boschi e figlia del Dio Appennino, si innamorò ricambiata di un pastore chiamato Velino. I due si amavano di nascosto tra i pascoli alti delle montagne ma il padre della ninfa, contrario al legame, quando li scopri punì la figlia trasformandola in un fiume. Il giovane disperato decise di morire gettandosi nel fiume dall'alto delle rupi. Venere, commossa, lo trasformò in acqua. I due innamorati si compenetrarono così nell'abbraccio che da vita alla Cascata delle Marmore e alle sue onde bianche e spumose.

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