Lago e dintorni

La storia di Piediluco

il borgo ha una storia antichissima ma l'abitato attuale risale al medioevo con la costruzione della rocca di cui oggi restano solo rovine. Dopo essere stata contesa fra nobili e chiesa per secoli, nel 1927 il paese perse la municipalità ma ha visto aumentare il proprio appeal turistico

Il celebre lago di Piediluco è conosciuto per la natura incontaminata, per essere il punto di riferimento del canottaggio italiano e naturalmente per l’omonimo borgo che vi si affaccia e che conta circa cinquecento abitanti. La zona, già abitata nella tarda Età del Bronzo, è stata poi conquistata dai Sabini e a metà del III secolo a.C. dai romani. Il paese vero e proprio si è sviluppato nel medioevo: in un documento del 1028 vengono citati il Castello de Luco, del quale oggi restano solo rovine, e la Curtem de Postro sul lungolago, proprietà del feudatario Bernardo D'Arrone.
 
Nel 1244 Piediluco passò sotto il controllo dei Brancaleoni e nel 1364 subentrò Blasco Fernando di Belviso, il quale restaurò e ingrandì la Rocca e la ingrandì prima di essere assassinato nel 1368 durante una ribellione poi repressa duramente da Papa Urbano V e Ugolino da Montemarte. Dal 1393 al 1439 la zona cadde sotto il dominio dei Trinci di Foligno, poi papa Eugenio IV la riportò sotto lo Stato Pontificio e nel 1578 il feudo fu spartito fra i Poiani e i Farrattini-Poiani di Amelia.

Nell’Ottocento i padroni della zona divennero i baroni Franchetti e durante questo periodo Piediluco iniziò ad essere conosciuta anche fuori dall’Umbria, tanto da essere inserita nel Grand Tour insieme alla Cascata delle Marmore. Nel 1927 il paese cessò di essere comune autonomo venendo accorpato a Terni, municipalità di cui è tuttora parte. Nel dopoguerra il lago ha visto svilupparsi progressivamente il settore turistico, tanto da essere inserito nel 2016 tra "I borghi più belli d'Italia”.

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