Camille Corot e il lago di Piediluco
Immortalato nella prima metà dell'800 dall'artista francese Jean-Baptiste Camille Corot, il lago di Piediluco, al confine tra l'Umbria e il Lazio, offre uno degli scenari più suggestivi della regione. Le acque azzurre e cristalline di questo bacino lacustre, nel quale si specchiano alti e maestosi lecci, ha ispirato la fantasia di numerosi artisti italiani e stranieri nel corso dei secoli. In passato il lago di Piediluco costituiva una tappa obbligata del cosiddetto "Grand Tour", con cui i giovani rampolli dell'aristocrazia europea arricchivano di esperienze il proprio bagaglio culturale.
I dipinti a olio
Lo splendido scenario del lago di Piediluco, sulle cui sponde sorge l'omonima frazione di Terni, può essere ammirato in tutto il suo splendore in una tela del 1826 di Jean-Baptiste Camille Corot, vero e proprio cultore della rappresentazione "en plein air", cioè "all'aria aperta", dal titolo "Lago di Piediluco, Umbria".
Vicino allo stile dei romantici e dei realisti della prima metà dell'800, il pittore di nazionalità francese è riuscito a cogliere il lato più spettacolare del lago di Piediluco, immortalandone la bellezza semplice e al tempo stesso unica in una serie di dipinti a olio, che hanno affascinato intere generazioni fino ai nostri giorni.