Storia, miti e leggende

Grand Tour: il Lago attraverso l'arte

Il borgo e lago di Piediluco furono spesso una delle tappe del Grand Tour, il viaggio di formazione in Italia che veniva intrapreso dai giovani aristocratici e artisti tra il XVII e XIX secolo. Corot, Goethe,Byron...

Tante memorie di natura diversa affollano per, quel che possono, gli archivi e i libri su Piediluco, con i racconti e i documenti che riguardano la storia e le tradizioni di questo piccolo borgo della bassa Umbria. Nulla di tutto questo però sarà all'altezza dei diari o delle opere di grandi artisti, forestieri e semplici vagabondi che casualmente o volontariamente hanno visitato questi luoghi e che ne hanno amato ogni sfaccettatura pur non essendo nati in queste terre.

Pellegrini, ambasciatori, turisti, principi e letterati, giornalisti scienziati, archeologi e commercianti sono giunti per vari motivi sulle sponde di questo Lago e spesso, incantati dalle bellezze naturali, ne hanno testimoniato le peculiarità.

È soprattutto durante il Settecento che i giovani ricchi delle famiglie borghesi o gli artisti e i letterati rinomati in tutto il mondo si cimentano nel Grand Tour: il viaggio in Italia considerata allora una metà immancabile per gli amanti dell'arte. Chiunque volesse cimentarsi nella scultura o nella pittura o fosse un semplice amante delle discipline dell'intelletto, oppure un grande scrittore, non poteva fare a meno di visitare il luogo culla delle maggiori espressioni artistiche e letterarie, opera dei protagonisti del Rinascimento italiano e della letteratura che va da Dante a Boccaccio al Petrarca. Questi cultori dell'Italia più vera e migliore, con le loro annotazioni di viaggio, gli schizzi o le pitture vere e proprie fanno conoscere al mondo piccole meraviglie rimaste sconosciute fino a quel momento. Tra queste c'è anche il lago e borgo di Piediluco, catturato nelle tele di pittori famosi come Camille Corot o dalle penne di scrittori altrettanto rinomati come Goethe e Byron.

Camille Corot trovò lungo i territori della bassa Umbria la misura della sua pittura, libera e visionaria, sempre più lontana dall'accademia: non dipinse solo il famoso ponte di Augusto presso Narni ma realizzò una veduta del lago di Piediluco che intitolò Lago di Piediluco, Umbria del 1826, un olio su tela che oggi si può ammirare all'Ashmolean Museum di Oxford, realizzò poi due vedute di Papigno dall'alto e dal basso, dalla Valnerina a dalla val Ternana e ritrasse la Cascata delle Marmore dipingendo giovani paesane.

Anche Goethe, nel suo Viaggio in Italia, annovera tra le bellezze visitate in Umbria i dintorni di Terni e il paesaggio lacustre di Piediluco. Un luogo che tra l'altro, prima ancora che il Grand Tour, venne elogiato per le sue bellezze naturali dallo scrittore latino Virgilio nella sua opera più grande l'Eneide.

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