Storia, miti e leggende

Brigitte Bardot e Marcello Mastroianni: Piediluco per V.I.P.

La vicinanza con Spoleto e il Festival dei Due Mondi ha fatto spesso essere il lago di Piediluco (Umbria del Sud, Terni) meta delle più importanti star del jet-set internazionale. Come nel 1961, quando sulle sponde del lago umbro fecero capolino Brigitte Bardot e Marcello Mastroianni...

Beati anni Sessanta, quelli del "miracolo economico", del cinema neorealista e dei divi italiani e stranieri che bivaccavano lungo le coste e negli anfratti più belli della penisola italiana.
Era il 1961 per la precisione, e anche il lago di Piediluco (Umbria del Sud, Terni) divenne teatro di scatti rubati a volti noti, serenamente a riposo lungo le rive del lago. Ad accendere di luci artificiali e flash il borgo fu la presenza di almeno due divi del cinema, uno dal sorriso enigmatico e l'altro dal fascino immutevole: Brigitte Bardot e Marcello Mastroianni.
Brigitte era arrivata a Piediluco nascosta sul sedile posteriore di un'auto americana, lei che all'epoca non era nemmeno trentenne, dopo aver trascorso qualche giorno nella città di Spoleto dove stava lavorando alle riprese di Vita privata, film che uscirà nel 1962 con protagonista Marcello Mastroianni.

Fu così, con i due divi a prendere il sole lungo le rive del lago, che Piediluco divenne un set alla Dolce Vita: ricolmo e traboccante di "paparazzi" che cercavano di carpire qua e là qualche posa dei due attori. Fin quando il fotoreporter ternano Enrico Valentini non riuscì a spuntarla con una fotografia di Brigitte Bardot in bikini sotto il sole: finalmente lo scoop, il beat, lo scatto perfetto.
Leggenda vuole che i fotografi avessero corrotto addirittura un pescatore affinché li accompagnasse, via acqua, verso le sponde dove riposavano i V.I.P., verso il Circolo Canottieri di Piediluco che ospitava Brigitte Bardot. Così acconciati da pescatori fecero il blitz dell'estate col risultato di veder galleggiare nelle acque del lago, oltre alla barca, la propria macchina fotografica. Il gorilla a quanto pare era stato più veloce.

Piediluco, terra di sogni e di mondanità. Anche se per poco tempo. Piediluco, trionfante nelle sue bellezze naturali e ora anche cinematografiche, traboccante di semplici curiosi, avidi fotografi, divi capricciosi e bodyguard attenti alla minima invasione di campo. Tanto che sembrava di stare a Cinecittà, lungo le vie che collegano uno studio all'altro dove le scenografie non sono di cartapesta ma di terra e di alberi veri e le luci, altro che castelli di riflessi creati da ingegneri dell'illuminazione: tutto era perfettamente illuminato dalla naturale tendenza dei raggi solari a riflettersi nelle acque del lago. Acque selvagge ma perfette per trovare refrigerio.

La presenza dei due attori nel lago umbro ha fatto sì che quello che era un luogo di pace e di storie antiche divenne in quei giorni il luogo dell’arte più moderna di allora: il cinema, quando quello italiano faceva da traino al resto del mondo.
Pochi o nessuno, a parte gli originali spettatori di quel putiferio da star, sanno che esiste una raccolta di quegli scatti, messi in mostra dalla Fondazione Carit a Terni nel 2013 in una retrospettiva dedicata a Valentini.

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