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Le barche allegoriche: tra arte contemporanea e tradizione

In mezzo alle acque del lago di Piediluco, che in alcuni punti arriva a toccare i 20 metri di profondità a discapito della maggior parte dell’area in cui l’acqua non arriva a più di 2 metri, si lasciano trasportare, sotto il cielo stellato dei primi di luglio, le barche allegoriche, simbolo della Festa delle Acque, evento di lunga tradizione legato ai riti propiziatori per la fertilità della terra.

Una volta si trattava di piccole imbarcazioni decorate da fiori e ghirlande che coloravano anche le vie del borgo lacustre durante i giorni del solstizio d’estate, quando l’intero paesino si adibiva a festa per pregare le divinità di avere un buon raccolto.

Oggi, durante i giorni del solstizio, per ricordare la tradizione di immemore nascita, quella sfilata di imbarcazioni è diventata una vera e propria gara di maestranze artigianali.

Il turista o l’avventuriero casuale aguzza l’occhio di fronte alle meravigliose costruzioni dell’uomo che sono diventate vere e proprie opere d’arte, ognuna unica e irripetibile.

Gli artefici delle barche allegoriche, non più legati come da tradizione alla raffigurazione di immagini sacre come madonne, angeli o santi, si lasciano guidare dalla propria aspirazione e dal proprio senso artistico dando vita a sculture particolari e marchingegni all'avanguardia: fontane che gettano acqua e strutture luminose.

Lo spettacolo che si realizza durante la gara prende vita in un'immensa architettura di immagini acquatiche che si muovono sulla superficie del lago e che rappresentano scene di vita quotidiana legate alla realtà rurale dei luoghi, o costruzioni simboliche tipiche di un’arte concettuale, contemporanea. Le barche sono il risultato più originale ed evidente del lavoro artigianale, ancora vivo in un territorio che è stato contadino sin dalle origini e poi operaio con la nascita dell’acciaieria ternana.

Le opere dei barcaioli si alternano in quello scenario particolarmente suggestivo che molti intellettuali e artisti del passato, da Corot a Goethe a Byron, hanno riportato nelle loro opere pittoriche e letterarie durante il Grand Tour, quando nel Settecento andava di moda viaggiare tra le bellezze artistiche e naturali dell'Italia per ispirare e rigenerare la propria arte.

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