Lago e dintorni

Una foresta fossile a qualche chilometro da Piediluco

Si tratta della Foresta Fossile di Dunarobba (Avigliano Umbro, Terni, Umbria)

Sebbene leggermente al di fuori dei dintorni di Piediluco, la Foresta Fossile di Dunarobba merita qualche cenno sulle sue straordinarie caratteristiche e, perché no, qualche chilometro in più di strada.
La località dista 48 chilometri da Piediluco e, lungo la strada statale ss675 e poi sulla E45, si impiegano all'incirca 46 minuti di automobile per raggiungerla.

Scoperta nel corso degli anni Settanta all'interno di una cava di argilla, destinata alla fabbricazione di mattoni per l'edilizia, la foresta fossile, che ci riporta indietro di diversi milioni di anni, è venuta alla luce durante una normale giornata di escavazioni: sono circa 50 tronchi di conifere, una testimonianza unica ed eccezionale sia da un punto di vista paleontologico che scientifico. Questi resti, piuttosto ben conservati, raccontano una storia molto antica, di un'immensa foresta che ricopriva il manto di questa area in tempi remoti: si parla di circa 2-3 milioni di anni fa.
Non solo, ci racconta che in questo ampio territorio, il clima e l'ambiente naturale si sono trasformati enormemente nel corso del tempo e che le sue antiche vesti si riallacciano in qualche modo al lago di Piediluco.

Qual è il filo conduttore che unisce la foresta fossile di Dunarobba al secondo lago più grande dell'Umbria? È un elemento che, ben nascosto e piuttosto delicato, testimonia quanto l'acqua sia una presenza paradossalmente costante nell'unico territorio italiano non bagnato dal mare. I resti dell'antica foresta testimoniano infatti la presenza di un lago, ormai prosciugato, che una volta ricopriva, insieme alle conifere, questa area. L'attuale Dunarobba è quindi il risultato di un lungo processo di trasformazione che ha imprigionato sotto strati e strati di terra e humus zone una volta paludose e impervie.

Per mantenere il sito in buono stato, è nato un Centro specializzato di Paleontologia Vegetale che tutela i resti fossili e li studia allo stesso tempo. Per proteggerli dalle intemperie, i tronchi sono riparati da tettoie di protezione e l'intera area è recintata e accessibile solo a personale autorizzato. Questo non impedisce visite guidate nell'area, dove si possono ammirare questi "basamenti" naturali: ciò che rimane di maestose piante alte fino a 30 metri. In questi tronchi "mummificati" è presente la lignite, un metallo che ricopre il sottosuolo di diverse aree della regione.


Nella foto: la Foresta Fossile di Dunarobba (Avigliano Umbro, Terni, Umbria). Da sistemamuseo.it.

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